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Archivio Ponzi • Robinson


Archivio Ponzi

A Peccioli, in provincia di Pisa, le opere dell’illustratore italiano più internazionale, che ora passa alla pittura

di Barbara Gabbrielli

Paesaggi reali, immaginati, interiori. Non c’è luogo in cui le illustrazioni di Emiliano Ponzi non possano portare i moderni cacciatori di sogni, appassionati e persino i frequentatori di supermercati. Dalle pagine delNew York Times a quelle diInternazionale eRepubblica, dalle coperti libri Feltrinelli ed Einaudi a quelle elegantissime di Iperborea, dalle edizioni limitate dei packaging Barilla e Pavesi alle animazioni per Herm alla Moleskine griffata Lamborghini, Ponzi si rivolge all’immaginario di un pubblico ampio, facendo però vedere le cose come prima le ha vi lui. Interni che raccontano chi li abita meglio di una seduta psicoanalitica, skyline familiari, paesaggi naturali per niente ruffiani, città d’altri te close up su scene ora private ora corali. I suoi sono “ progetti”, tiene sempre a precisare, « nati perché qualcuno li ha commissionati » . Ma difficile non scorgere – insieme al tono di voce del brand di turno, alla narrazione di un autore o all’urgenza di un’inchiesta giornalistica – an linguaggio solo suo.

È così che in oltre 20 anni di lavoro a testa bassa, Ponzi – partito da Ferrara, adottato da Milano dove si è formato frequentando lo Ied e poi approdato a New York – a 44 anni è uno degli illustratori più prolifici, ricercati e premiati a livello globale.

Dopo la personale The Dreamer, stories from another world alla Sun Ke villa di Shanghai, adesso è l’Italia ad accendere i riflettori su di lui c mostra Anthologica,curata da Federico Cano Correa della Galleria Caracol e Stefano Cipolla, art director de L’Espresso.

Fino al prossimo 2 gennaio, una trentina di illustrazioni, selezionate dall’immenso archivio digitale di Ponzi, rimarrà esposta nel Palazzo Senza Tempo di Pecci provincia di Pisa.

Anthologica restituisce la complessità e la varietà dei lavori eseguiti dall’illustratore negli ultimi dieci anni, donando loro autonomia: non più copertine o manifesti, ma opere artistiche a se stanti, senza titoli o altri nomi, senza brand o pay off, rese ancora più imponenti dal grande f e da un allestimento immersivo.

Al piano terra, appesi al soffitto, ci sono i lavori eseguiti per le case editrici. Come le copertine dei libri di Charles Bukowski, che nel 2013 vi la medaglia d’oro della Society of Illustrator. E come quelle di José Saramago, un work in progress per le riedizioni dei suoi romanzi ( l’ultim appena pubblicata per Tutti i nomi è stata definita da Pilar Del Rio, la moglie dello scrittore, «la più bella copertina mai vista » ). Ci sono anc alcune delle tavole con cui, nel2020, Ponzi ha illustrato Abbandonare un gatto di Haruki Murakami ( Einaudi Super Coralli). « Uno dei lavori amato di più » , racconta. «Un’immersione totale nell’estetica giapponese, nei luoghi e nelle trasformazioni del paesaggio dal dopoguerra a La vera sfida? Scegliere, tra le pieghe di un racconto così intimo e personale, le scene giuste da illustrare».

Nelle opere di Ponzi si rintracciano il malinconico voyeurismo di Hopper, le linee di David Hockney, il figurativismo pulito di Alex Katz, i color di Lorenzo Mattotti. « Mi piace comunicare con i tagli di luce e mettere al centro la figura umana» conferma. Se ne ha una dimostrazione sa al primo piano della mostra che riunisce, oltre a molte prime pagine dei più importanti magazine, i manifesti realizzati per i 60 anni del Salo Mobile di Milano, per il Salone del libro di Torino del 2022 (“ Cuori selvaggi”) e per il Festival del cinema italiano di Annecy. Mentre su un tot giganteggia l’immagine di un astronauta intento a osservare la Terra dallo spazio: è il visual della seconda edizione del festival curato da Lu Sofri, “Pensavo Peccioli”, da cui è partita anche l’idea diAnthologica.

A volte, poi, l’illustratore diventa narratore. Suoi sono il poetico

The Journey of the Penguin, scritto per l’anniversario della Penguin Books, e Cronaca dalla Zona Rossa, diario del primo lockdown in Italia, pubblicato sul Washington Post. In Anthologica uno spazio speciale è riservato al volume The Great New York Subway Map, realizzato nel per il MoMA di New York in cui Ponzi svela il processo creativo che portò il designer Massimo Vignelli a ridisegnare la mappa della metropolitana.

«Emiliano Ponzi è un autore che pretende moltissimo in primis da sé stesso, che non si accontenta mai, mantenendo così l’asticella dell’eccellenza sempre bene alzata » commentano i curatori della mostra. Ed è con questo approccio che l’illustratore ha deciso di abbatter gerarchia tra arte pittorica e arte digitale.

Dal 19 settembre, nelle gallerie Marcorossi artecontemporanea di Torino, Milano e Verona, sarann esposte le trasposizioni su tela di alcune delle sue illustrazioni più significative che, da riproducibili all’infinito, diventeranno pezzi unici per i collezionisti.© RIPRODUZIONERISERVATA

Dal 19 settembre a Torino, Milano e Verona, saranno esposte le trasposizioni su tela delle sue immagini